martedì 29 gennaio 2013

Prudenti come serpenti - Lola Shoneyin


Prudenti come serpenti - Lola Shoneyin

Comprato oggi, è il libro che voglio leggere per l'8 marzo

Quattro donne raccontano complotti e oscure trame domestiche, in un romanzo divertente, ironico e dissacrante, che è anche una riflessione disincantata e insieme poetica sulla Nigeria contemporanea.


Descrizione
Baba Segi è un facoltoso poligamo di mezz'età, grassoccio e vanitoso, con un insaziabile appetito per il cibo, le donne e il sesso. Da due anni ha sposato la bella Bolanle, intelligente, istruita e di ventanni più giovane. La coppia però non ha ancora avuto figli e, disperato, Baba Segi decide di abbandonare stregoni e ciarlatani per rivolgersi alla medicina ufficiale, convinto che la sua bella laureata sia sterile. La decisione scatena un putiferio in casa perché le indagini potrebbero portare alla luce un terribile segreto, gelosamente custodito dalle altre mogli. Se il capofamiglia scoprisse la verità sarebbe la fine per quelle intriganti e la loro numerosa prole... l'unica cosa da fare è passare alle maniere forti e liberarsi dell'odiata Bolanle.

"La storia è vera", racconta la scrittrice "e me l'ha raccontata una mia parente che studiava ginecologia.

Questo è senza dubbio uno dei libri tra quelli che ho letto e inserito qui che permettono di andare oltre, per esempio partendo da Wikipedia si può imparare a conoscere la Nigeria, e il popolo dei Yoruba l'etnia di cui fa parte l'autrice

Se conosci l'inglese o anche solo se vuoi dare all'autrice un apprezzamento puoi mettere il "Mi piace" sulla pagina personale di Facebook di Lola Shoneyin


2 commenti:

  1. La poligamia in commedia secondo la nigeriana Lola Shoneyin.

    Ha conosciuto il marito, Olaokun Soynka, via email. A lungo hanno flirtato solo tramite posta elettronica tra la Nigeria e l'Inghilterra prima di incontrarsi dal vivo e innamorarsi, e quando le dico che sembra un classico corteggiamento postmoderno, Lola Shoneyin ride della sua risata profonda. Dice che è stato il suocero, il premio Nobel per la letteratura Wole Soynka, incontrato "nel circolo letterario", a convincerla a scrivere al figlio che studiava in Europa. Ora, dopo 12 anni di matrimonio e quattro figli, lei sul suo sito definisce il consorte "quell'uomo piacevole e sensibile che un tempo portava grandi baffi".

    Poetessa, nipote di un re Yoruba, cresciuta tra Ibadan e un collegio di Edimburgo, Shoneyin è scappata dalla Nigeria nel 2002 dopo l'assassinio del Ministro della Giustizia cui la sua famiglia era molto legata. Si è trasferita in Gran Bretagna, ma di recente è tornata in Africa perché vuole che i suoi figli conoscano il loro paese: "Non nascondo ai miei bambini gli aspetti spiacevoli o ripugnanti della vita in questa nazione. Per colpa della violenza etnico religiosa, degli abusi sessuali, della corruzione e della pratica della poligamia, le vittime, soprattutto donne, abbondano. Io li incoraggio a considerare il loro fardello e a mettere in discussione le motivazioni di chi abusa del potere". Lo fa, però, con grande ironia e non è un caso che il suo primo romanzo sia una commedia tragicomica sulla poligamia, una sorta di Rashomon al femminile che parla di sesso, tradimenti e rivalità.


    "La storia è vera", racconta la scrittrice "e me l'ha raccontata una mia parente che studiava ginecologia. Ha un lato tragico e un lato farsesco, da anni volevo scriverla. E mi piaceva che il lettore la ascoltasse direttamente dalle mogli, un'opportunità che nella realtà non si dà spesso". Perfino Bolanle, la ragazza istruita che fa scoppiare lo scandalo, accetta d'essere una "quarta moglie"... "Non credo che l'idea di un uomo che ha più relazioni contemporaneamente sia africana. La poligamia è praticata anche in certe comunità degli Usa, i giapponesi hanno le geishe, gli europei le loro amanti. È semplicemente una fantasia maschile. Certo, la poligamia è diffusa nell'Islam, ma il mio romanzo non è un editto antireligioso, vuole solo porre domande a una cultura che tiene le donne ben ferme dietro agli uomini".

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  2. Blurandevù con Lola Shoneyin

    Lola Shoneyin, ha posto l'attenzione su un altro aspetto della scelta linguistica: in Africa ci sono diverse migliaia di lingue (solo in Nigeria sono 527), sceglierne una significherebbe limitare enormemente il numero di possibili lettori. Inoltre fra i giovani con un titolo di studio più elevato, che possono permettersi di comprare i libri, molti comprendono la lingua dei genitori ma non sono in grado di leggere o scrivere in yoruba. Secondo lei quindi sarebbe meglio scrivere in inglese e poi eventualmente tradurre i libri nelle lingue africane.
    "Prudenti come serpenti", ispirato ad una storia vera, è il racconto di una famiglia poligama che mette in luce, con uno stile leggero e a tratti ironico, le dinamiche che si creano fra le diverse mogli. Quali speranze, si chiedono i ragazzi di blurandevù, può avere una donna all'interno di una famiglia poligama, così diversa da quelle nucleari a cui siamo abituati? In queste famiglie la concorrenza per le mogli è spietata, devono sempre essere al meglio per sperare che il marito non si dimentichi di loro e per questo curano molto il loro aspetto fisico; inoltre, dato che il loro valore dipende dai figli, dedicano gran parte delle loro energie a fare figli e a crescerli. Il marito infine, deve avere tutto sotto controllo, anche se magari non prende parte alle attività quotidiane. Nonostante questo, come avviene nel libro, spesso le donne lasciano credere al capofamiglia di avere il potere, ma in realtà sono loro che mandano avanti la famiglia.
    I ragazzi di blurandevù hanno poi messo alla prova Lola Shoneyin come cuoca: le hanno portato un cesto con diversi ingredienti e chiesto di preparare un'ipotetica cena. Per gli amanti della cucina internazionale ecco la ricetta: preparare una purea di peperoni e cipolle, soffriggere la pancetta, mettere l'olio della pancetta nel purè, aggiungere il riso e lasciare cuocere insieme. Una volta cotto aggiungere la pancetta e gustare con una banana!
    Infine, anche questa puntata di blurandevù si è chiusa con le parole ombrello, i vocaboli che ci proteggono, Lola Shoneyin ha scelto «duvet cover», copripiumino. Fin da bambina soffre di insonnia e per questo ha lo stesso copripiumino da quando è andata in collegio all'età di sei anni: con esso si sente a casa e può ingannare se stessa, credendo di dormire anche se magari non è così.

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