martedì 27 dicembre 2011

Ad alta voce

Ad alta voce


Racconti di Elsa Morante
Doppio sogno
Memorie del sottosuolo
Il grande Gatsby
Le avventure di Pinocchio
Il cardillo addolorato
Il diavolo in corpo
Le tigri di Mompracem
I Mille da Genova a Capua
Da Quarto al Volturno
La linea d'ombra
Nemici, una storia d'amore
L'imperatore di Portugallia
Tempo di uccidere
I racconti di Lev Tolstoj
La vergine nel giardino
Piccoli racconti di misoginia
Il visconte dimezzato
I racconti di Italo Calvino
I racconti di Grace Paley
Tutti i racconti di Ernest Hemingway
I racconti di Akutagawa Ryunosuke
I racconti di Anton Cechov
I racconti di Raymond Carver
I racconti di Moravia
I racconti di Jack London
I racconti di Katherine Mansfield
I racconti di Kafka
I racconti di Pirandello
Martin Eden
Metello
L'agente segreto
Il deserto della Libia
Ho servito il re d'Inghilterra
Il mago di Oz
Il cavaliere inesistente
Senilità
Le sorelle Materassi
L'isola di Arturo
Vent'anni dopo
Fiesta
Ventimila leghe sotto i mari
La luna e i falò
Una storia semplice
Il giorno della civetta
Diceria dell'untore
Il giornalino di Giamburrasca
Amore e ginnastica
Il barone rampante
Un anno sull'Altipiano
Canne al vento
Le memorie di Barry Lindon
Bel-Ami
La vita agra
Camera con vista
Il bell'Antonio
Tre camere a Manhattan
Il giardini dei Finzi Contini
Il mare non bagna Napoli
I ragazzi della Via Pal
Tre uomini in barca
Il codice di Perelà
I tre moschettieri
Con gli occhi chiusi
Resurrezione
Il piacere
Emma
Le avventure di Tom Sawyer
Il fu Mattia Pascal
Gli indifferenti
Pinocchio
Giro di vite
L'educazione sentimentale
Il ritratto di Dorian Gray
Il rosso e il nero
Il Maestro e Margherita
Piccole donne
Opinioni di un clown
Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde
La cripta dei cappuccini
Il deserto dei Tartari
La Storia
Lolita
Una questione privata
Lessico famigliare
David Copperfield
I Vicerè
I dolori del giovane Werther
I duellanti
Il richiamo della foresta
I racconti di Kolyma
I mandarini
I Malavoglia
Il mulino sulla Floss
Per chi suona la campana
Il conte di Montecristo
Il Gattopardo
Se questo è un uomo
Il giuoco delle perle di vetro
Padri e figli
Madame Bovary
Il processo
Memorie di Adriano
L'isola del tesoro
Lord Jim
I Buddenbrook
Delitto e castigo
Moby Dick
La coscienza di Zeno
Orgoglio e pregiudizio
Il circolo di Pickwick

domenica 25 dicembre 2011

martedì 20 dicembre 2011

"trilogia di Parvana" di Deborah Ellis

Sotto il burqa Sotto il burqa (Breadwinner), è il primo libro della trilogia di Parvana scritto da Deborah Ellis e ambientato in Afghanistan, durante il dominio dei talebani. La protagonista del libro è Parvana, una bambina di undici anni che vive a Kabul con sua madre, suo padre, le sue due sorelle, Maryam e Nooria, e il suo fratellino Alì di 2 anni. Conduce una vita normale finché non arrivano i talebani. Così lei perde la scuola, gli amici ed è costretta a cambiare spesso casa. All'improvviso, una notte, il padre finisce in carcere, perché considerato dai talebani come un seguace delle idee occidentali, e Parvana, con gli altri suoi familiari, sprofonda in una situazione difficile. Poi a sua madre ed a una sua amica, la signora Weera,viene la brillante idea di camuffare Parvana da maschio per poterle permettere di lavorare e mantenere la famiglia, dato che alle donne era vietato lavorare. Un giorno la madre sceglie di portare la figlia più grande, Nooria, a Mazar, un luogo in cui avrebbe potuto continuare gli studi e si sarebbe sposata. Parvana incontra una ragazza senza nulla sul volto: era di Mazar ed era scappata da lì perché erano arrivati i talebani e questo terrorizzò Parvana. Il padre viene liberato e insieme si incamminano alla ricerca della famiglia e di un luogo certo dove vivere. Parvana saluta così la signora Weera, la sua nuova amica e Shauzia, la sua compagna di scuola con la quale ha condiviso tante esperienze, una volta incontrata al negozio del tè anche lei travestita da ragazzo che sogna di abbandonare Kabul e la sua casa. Il viaggio di Parvana (Parvana's Journey) La protagonista di questo libro è Parvana, una ragazzina afghana che perde il padre mentre cammina con lui fra i campi profughi alla ricerca del resto della famiglia, la madre, la sorella più grande, la sorella e il fratello più piccolo. Una volta scappata dal campo profughi, Parvana, ormai sola, incontra per la strada un bambino piccolo che lo chiama Hassan e lo porta con se e, in una caverna in cui si rifugia per mangiare un po' di riso e lavare il bambino, incontra Asif, un ragazzino dal carattere piuttosto scontroso che ha perso una gamba. Con loro si incammina alla ricerca di persone e cibo e, vicino ad un campo minato incontrano Leila, una bambina che li ospita in una casa, dove vive anche sua nonna. Lì iniziano a farsi una vita, hanno provviste a volontà e una casa che, con un po' di lavoro, hanno reso più accogliente. Leila e Parvana si vogliono bene come due sorelle e aspettano che le loro madri arrivino in quel posto per stare insieme. Tutto fila liscio ma, una sera, una delle tante bombe mandate dai talebani, cade proprio in quel punto, facendo saltare tutto all'aria. I bambini si riescono a salvare ma la nonna no. Di nuovo senza cibo e acqua, ricominciano a camminare finché non arrivano in un campo profughi dove possono far curare da un medico Hassan ormai denutrito e disidratato. Un giorno dei pacchettini gialli vengono lanciati da un aereo: contenevano cibo. Tutti si accalcano per andarli a prendere ma questi cadono anche nel campo minato. Leila fa per prenderli ma una mina scoppia e muore. Parvana porta fuori dal campo il corpo della compagna ed in quel momento una donna le si avvicina: era sua madre con a fianco Nooria, la sorella maggiore ma senza Alì, era morto anche lui l'anno precedente. Parvana scrive un'altra lettera a Sua zia, la sua amica che sognava di andare in Francia, e le dice che ha ritrovato la sua famiglia e che da allora tutto sarà più facile. Città di fango (Mud City). Il libro fa parte della cosiddetta "trilogia di Parvana" e come gli altri due ("Sotto il burqa" e "Il viaggio di Parvana") è ambientato nell'Afghanistan dominato dai Talebani. In questo libro la protagonista è Shauzia, l'amica di Parvana (protagonista negli altri due libri). Shauzia vive in un campo profughi fatto di fango (da cui il titolo), dal quale decide di scappare e di trovare rifugio in città. Lì svolge dei duri lavori, per i quali è costretta a travestirsi da maschio (le leggi imposte dai talebani, infatti, vietavano alle donne di lavorare). Shauzia viene ospitata, in seguito, da una famiglia americana benestante, ma, poco dopo, è costretta a tornare al campo profughi. Nel frattempo i talebani hanno scoperto tutto, per cui Shauzia è costretta ancora una volta alla fuga. Deborah Ellis Deborah Ellis (Paris, 7 agosto 1960) è una scrittrice canadese. Pacifista e femminista dall'età di 17 anni, lavorò in varie parti del mondo (Africa, Europa orientale, ecc.) a numerosi progetti di sostegno alle popolazioni colpite da guerre o catastrofi umanitarie. Il suo primo libro è stato Looking for X, storia di una ragazzina undicenne che si mette alla ricerca della sua amica X, una misteriosa donna senza dimora che è scomparsa. Il libro vinse il Governor General's Award, un prestigioso premio letterario canadese, equivalente alla Carnegie Medal. In seguito all'esperienza maturata in un campo per rifugiati afghani in Pakistan scrisse il libro Sotto il burqa (The Breadwinner) dove racconta di una bambina costretta a travestirsi da maschio per poter lavorare e guadagnare qualcosa per la sua famiglia, privata del capofamiglia arrestato dai talebani. Insieme ai successivi Il viaggio di Parvana (Parvana's Journey) e Città di fango (Mud City) costituisce la "Trilogia del burqa". In Verso il paradiso (The Heaven Shop) ha affrontato il tema dell'AIDS vissuto dai ragazzi in Africa. La sua attività di scrittrice non l'ha distolta dai suoi impegni nel campo sociale e attualmente fa l'assistente sociale a Toronto in gruppo di sostegno per donne con problemi di salute mentale

Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

La storia si svolge nella città di Amburgo e narra le vicende di una gabbiana di nome Kengah che come ogni anno con uno stormo di suoi simili e altri uccelli si dirige verso la foce del fiume Elba e verso i paesi più caldi in cerca di cibo. Lo stormo si tuffa nel mare per mangiare delle aringhe, a un certo punto il capo-stormo impone un decollo di emergenza a causa di un pericolo, ma Kengah, che ha trovato le aringhe gustosissime (essendo una gabbiana), si rituffa per prenderne ancora e viene colpita dalla causa del pericolo: quella che secondo i gabbiani è la "maledizione dei mari", un’onda di petrolio, perso da una petroliera durante una tempesta. Con le sue ultime forze, Kengah riesce a pulirsi e spicca un volo per raggiungere la città di Amburgo. Ci arriva, ma precipita sul balcone di una casa, dove abita Zorba, un gatto grande e grosso dal pelo lucente nero con una piccola macchia bianca sulla gola. Prima di morire, la povera gabbiana riesce ad affidare il suo primo (e ultimo) uovo a Zorba, dopo avergli strappato tre importanti promesse: Di non mangiare l’uovo; Di averne cura finché non nascerà la gabbianella; Di insegnarle a volare. Zorba promette di prendersi cura della piccola che sta per nascere, così "cova" l’uovo, e si reca al ristorante italiano per incontrare i suoi amici gatti: Colonnello, Segretario e Diderot. Spiegò loro della gabbiana e delle promesse. I tre amici decidono di andare da Diderot, un gatto intelligente e che sa consultare l' enciclopedia, per chiedergli come è possibile ripulire la gabbiana dal petrolio. Trovata la soluzione (benzina), si recano sul balcone di Zorba, ma trovano Kengah già morta e l'uovo che è riuscita a deporre. e così Zorba è in un bel guaio perché non è mai successo che un gatto insegno a volare ad una gabbianella,ma...

Le ragazze di Kabul di Roberta Gately



Le ragazze di Kabul di Roberta Gately
Titolo originale: Lipstick in Afghanistan


Risvolto di copertina
Due destini che si incrociano, sulle labbra il colore rosso della passione. Elsa è americana, ha ventidue anni e fa l’infermiera in un piccolo villaggio dell’Afghanistan. Ogni giorno i suoi occhi vedono povertà, dolore, orrore e devastazione. Ma Elsa è una donna coraggiosa e ostinata e continua a lavorare senza sosta. Si adatta ai costumi locali e indossa il burqa, senza però rinunciare alla sua grande passione: il rossetto. Nascosta sotto abiti pesanti, Elsa ogni mattina continua a colorare le sue labbra. Rosso ciliegia, malva, rosa, sfumature che l’aiutano a sorridere e ad andare avanti, anche quando la legge sanguinaria dei talebani arriva nel suo villaggio. Parween è una giovane e ribelle afgana, che come Elsa non si piega alla repressione del regime. I talebani le hanno ucciso il marito e lei vuole vendetta. Sarà proprio un rossetto, ritrovato per caso dopo la spaventosa esplosione di un autobus, a farle incontrare. È l’inizio di un’amicizia che cambierà per sempre la vita di entrambe.
L'AUTRICE: Roberta Gately infermiera, operatrice umanitaria e scrittrice, ha preso parte a diversi progetti umanitari nel Terzo Mondo, dall’Africa all’Afghanistan. Ha scritto per il «Journal of Emergency Nursing» e per «BBC World News Online». È
impegnata attivamente nella promozione di iniziative a favore dei profughi e degli emarginati.http://www.robertagately.com/rgately-lipstick-synopsis.htmhttp://giotto.ibs.it/prime_pagine/97/9788854129597.pdf







E' il libro che ho iniziato a leggere oggi pomeriggio

l Libro del domani di Cecelia Ahern


l Libro del domani di Cecelia Ahern


Tamara Goodwin non ha mai dovuto preoccuparsi del futuro. La vita, finora, è stata molto generosa con lei: tanti soldi, una lussuosa villa sul mare, pomeriggi di shopping sfrenato con le amiche, un fidanzato diverso ogni settimana... Ma adesso suo padre se n’è andato per sempre, lasciando dietro di sé solo dolore, incredulità e una lunga lista di debiti. Tanto che lei e la madre sono costrette a trasferirsi da Dublino a casa degli zii di campagna, Rosaleen e Arthur, che Tamara ha sempre trovato ridicoli e imbarazzanti. Nella verde e sonnacchiosa contea di Meath sembra che non ci sia proprio nulla da fare, e Tamara per la prima volta ha il tempo di stare un po’ sola con se stessa, e fare i conti con il vuoto che la sua vita di prima le ha lasciato dentro. Finché, durante una delle sue passeggiate al misterioso castello di Kilsaney, si imbatte in una bizzarra biblioteca ambulante. Affascinata dalle pile di vecchi libri, e da Marcus, il ragazzo molto carino che se ne occupa, Tamara scopre un piccolo tesoro: un libro diverso da tutti gli altri, senza autore né titolo, chiuso da un fermaglio dorato. Un libro capace di raccontare ciò che ancora non è stato scritto. Complice una magia che metterà a dura prova le certezze cui Tamara si è sempre affidata, quel libro cambierà la sua vita. E la ragazza che non aveva mai dovuto desiderare nulla troverà finalmente il coraggio di inventare i propri sogni. Cecelia Ahern, l’autrice che ha incantato migliaia di lettori con P.S. I love you, torna a raccontare una storia commovente e delicata, che insegna a credere nella forza del destino e a catturare quel po’ di magia che ogni tanto sfiora le nostre vite. 



Cecelia Ahern è nata a Dublino nel 1981 e ha scritto a soli ventun anni il suo primo romanzo, P.S. I love you (Sonzogno 2004), che ha ottenuto uno straordinario successo internazionale e da cui è stato tratto l’omonimo film con Hilary Swank. Da allora Cecelia non ha mai smesso di scrivere: i suoi romanzi successivi, tutti bestseller, sono disponibili nel catalogo Bur: Scrivimi ancora, Se tu mi vedessi ora, Un posto chiamato Qui e Grazie dei ricordi. Nel 2009 è uscito per Rizzoli Il dono.
Il sito di Cecelia Ahern è www.cecelia-ahern.com. 

E' l'ultimo libro che ho acquistato al  Ipercoop Virgilio, quando l'avrò letto vi dirò qualcosa in più, come il solito vi metto il risvolto di copertina per darvi un idea di che libro di tratta


Eccomi l'ho finito un oretta fa.


Tamara, inquieta e ferita per la perdita del padre e delle sue ricchezze, si troverà a dovere districarsi tra misteri di cose nascoste e non dette, inizierà a capire dai silenzi dai sotterfugi e da cose strane che qualcosa non va. Un bel libro scorrevole e non troppo impegnativo, il cui finale è tutto da scoprire, le persone appassionate di gialli, intuiranno l'intrigo, ma la finale sarà tutta a sorpresa. 

l prigioniero del cielo... di Carlos Ruiz Zafon.



l prigioniero del cielo... di Carlos Ruiz Zafon.


il prossimo libro di Zafon che continua la saga del cimitero dei libri dimenticati... speriamo che lo traducano in fretta :-)

Esce il 17 novembre.nelle librerie spagnole ,il nuovo romanzo di Carlos Ruiz Zafon.

L'ho sempre saputo che un giorno sarebbe tornato per le strade a raccontare la storia di un uomo che ha perso la sua anima e il suo nome dentro le ombre di quella Barcellona sommersa in un sogno di un tempo oscuro,un sogno di cenere e di silenzio.

Son pagine scritte con il fuoco, al cospetto di una città di malvagi, sono parole incise nella memoria di coloro che ritornano dalla morte con una promessa conservata nel cuore e con il prezzo da pagare ad una maledizione.

Si alza il sipario, il pubblico resta in silenzio, e, prima che l'ombra designata a decidere sul loro destino scenda dal palco, un cast di bianchi spiriti entra in scena, con la commedia tra le labbra e la beata innocenza di chi, credendo che il terzo atto sia l'ultimo, è venuto qui per raccontare una storia di Natale senza immaginare che, al raggiungimento dell'ultima pagina, l'inchiostro sul suo respiro, lentamente e inesorabilmente lo trascinerà nel cuore delle tenebre.

Julian Carax, El Prisionero del Cielo

(Editions de la Lumiere. Paris. 1992)

Traboccante di divertimento e mistero, Il prigioniero del cielo è un romanzo magistrale, dove i fili della ombra del Vento e de Il gioco dell'angelo convergono attraverso la magia della letteratura e ci conduce ad un mistero nascosto nel cuore del Cimitero Libri dimenticati.

A Barcellona negli anni 50, Daniel Sempere e il suo amico Fermin, gli eroi de L'ombra del Vento, tornando per affrontare la sfida più grande della loro vita.

Proprio quando le cose sembravano andare per il meglio, un personaggio inquietante visita la libreria dei Sempere e minaccia di rivelare un segreto terribile che è sepolto da due decenni nella memoria oscura della città. Conoscendo la verità, Daniel si rende conto che il destino lo conduce inesorabilmente ad affrontare delle ombre nascoste da tempo...

http://www.carlosruizzafon.com/

http://www.carlosruizzafon.co.uk/

blogs a lui dedicati

http://zafon.splinder.com/

http://zafon.iobloggo.com/



lunedì 19 dicembre 2011

"La parrucchiera di Kabul" di Deborah Rodriguez


"La parrucchiera di Kabul" di Deborah Rodriguez

Da lontano sembrano fiori nella polvere, sprazzi di azzurro nel grigio delle strade di Kabul. Fiori calpestati, ma non spezzati, che sotto il burqa celano storie di sofferenza e coraggio. Come quella di Baseera, promessa sposa a dodici anni a un uomo più vecchio di lei e costretta a partorire sul nudo cemento di un ospedale privo di personale medico. O quella della quindicenne incarcerata perché fuggita dal marito che la picchiava e denunciata alla polizia dagli stessi genitori.A raccontarci queste storie è Deborah Rodriguez, una volontaria americana che nel 2002 è partita per l’Afghanistan con una piccola ONG. Là, è stata tra le fondatrici della prima scuola per estetiste della capitale afghana: un progetto nato per offrire a tante donne un’opportunità di indipendenza economica, e per ridare una speranza a quelle che, durante il regime talebano, avevano dovuto chiudere i loro saloni di bellezza e sotterrare gli specchi, proibiti al pari degli aquiloni.La sua testimonianza è anche un inno all’amicizia, perché nell’oasi della Kabul Beauty School, libere dal burqa e dal controllo degli uomini, le donne hanno trovato uno spazio tutto per sé, dove, tra risate e confidenze, sono nate complicità inaspettate, capaci di superare le barriere erette da una cultura repressiva. In un paese in cui la strada verso la pace e la conquista dei diritti civili sembra impraticabile, questa impresa straordinaria lancia un messaggio di speranza. Non bastano le guerre a cambiare radicalmente una società: a volte, anche un rossetto e un paio di forbici possono essere armi di rivoluzione


Ho letto un altro pezzo del libro "La parrucchiera di Kabul" in un quaderno (se leggo a letto) o in un file di testo annoto sempre i termini particolari in Dari o in inglese che mi serviranno alla fine per fare una pagina dedicata ai libri sulla condizione femminile nel mondo e in particolare in Afghanistan.. Ogni libro che ho letto sull'Afghanistan mi ha permesso di aggiungere un tassello per conoscere e capire meglio cosa succede in quel sistema, che rispetto a noi occidentali è lontano millenni.


Il racconto di "La parrucchiera di Kabul" è un racconto diario a parte i nomi in parte inventati (lei nel libro mantiene il suo viene chiamata Debbie dai locali) deriva dall'esperienza vissuta dall'autrice Deborah Rodriguez. E' difficile per me realizzare che questo racconto riguarda i giorni nostri (dal 2001), sembra un racconto che parli di epoche lontanissime, ancora più lontane del medio evo. E ci si accorge che i talebani sono tutto meno che religiosi, sono solo degli oppressori che usano la religione come scusa per opprimere e tenere un popolo nell'ignoranza e nell'indigenza. Usurai che mettono alla fame la gente per poi pretendere come risarcimento le figlie, facendole prostituire (come racconta sempre la Rodriguez nel libro Essere amiche a Kabul" scritto dopo questo


link di approfondimento

Articolo di critiche al libro per avere esposto a rischi le donne che lavoravano alla scuola
http://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=10634299
Articolo di critiche per non avere menzionato le altre insegnanti e aver fatto credere che la scuola sia stata un progetto mandato avanti solo da Deborah Rodriguez
http://www.nytimes.com/2007/04/29/fashion/29kabul.html
Io che ho letto il libro devo dire che la Rodriguez all'inizio ha raccontato che aveva cercato di trovare aiuti per fondare una associazione in proprio, ma di essersi aggregata ad una Ong (Organizzazione non governativa) per lo meno nel primo corso, poi racconta a partire dal 2° corso, di fondi che sono arrivati solo in parte, da parte delle Ong, poi effettivamente dal 2° corso in poi fa intendere che il progetto (dal 2° corso in poi) sia stata una cosa sua personale, racconta di avere cercato un altro luogo, ma fa intendere che il lavoro di ricerca sia stato suo con suo marito Sam, e non fa intendere che ci siano state altre insegnanti o altre Ong ad essersi prese il carico di continuare il progetto.




Fortunatamente, sono una Lady
Mariam del mio tempo.
Ho coscienza, intelligenza e talento
ma sono destinata a continuare
a vivere
in cattivita' dietro
le sbarre della prigione della vita
come un uccello in gabbia.
Voglio dedicare I miei sentimenti
ma nessuno pare accorgersi di me.
Mi chiedono di restarmene in disparte
nell'oscurita'.
Perche'?
Perche' e' facile per loro screditarmi e ignorarmi.
Mi hanno coperta dalla testa ai piedi
amputato le gambe
chiuso la bocca.
Oh!
Voglio essere conosciuta
non come femmina
ma come essere pensante.
Gli anni passeranno
e porteranno con se le mie parole scritte.
Un giono chiederanno di chi
siano queste parole straordinarie.
Forse allora
mi conosceranno come
una femmina che sa fare qualcosa.
Io spero...

FARIDA ALIMI


By Farida Alimi

Luckily, I am a lady
Mariam of my own epoch

I have a conscience,
Intelligence and talent
But am fated to continue
Existence
In captivity behind the
Bars of prison of life
As if I am a jail-bird

I want to declare my feelings
But nobody seems to realize me

I am being asked to stay thoroughly out of sight,
In the darkness
Why?
Because it is easy for them to disgrace and discard me

They have covered me from head to toe
Amputated my legs
Shut my mouth

Oh!
I want to be known
If not as I am a female
But through my knowledge

Let the years go
Let them have my written words

One day they will ask whose
unique words are these

Maybe at that time they will
Know me as
a female who can do something

I am hopeful...

L'ho letta su La parucchiera di Kabul di Deborah Rodriguez  e l'ho riportata qui per me e per voi


Immagini della scuola

La scuola
Suo marito Sam
una sposa Afghana
La specialità della scuola sono le acconciature e il trucco delle spose
Debbie con le sue allieve
Debbie e suo marito



Video su Deborah Rodriguez



Book TV: Deborah Rodriguez " Kabul Beauty School"

Kabul Beauty School

domenica 18 dicembre 2011

ESSERE AMICHE A KABUL di Deborah Rodriguez


ESSERE AMICHE A KABUL
di Deborah Rodriguez


A volte, è dai più grandi insuccessi che nascono imprese straordinarie. Lo sa bene Sunny, che ha lasciato gli Stati Uniti, dove si sentiva una fallita, per ritrovare se stessa in Afghanistan. Adesso, il caffè che gestisce a Kabul ha il sapore di casa per chi è lontano dalla propria famiglia: perché ha scelto una missione altruista o pericolosa, o perché è dovuto fuggire da un destino tragico. E così, nel caffè s’intrecciano le storie più disparate: quelle di donne occidentali finite laggiù per lavoro o, come Sunny, in cerca di una nuova vita, e quelle di donne afgane che invece non possono decidere da sole né dove né in che modo vivere.Come la giovane Yasmina, cui Sunny ha offerto un tetto e un mestiere dopo averla raccolta dalla strada, e che rischia un’accusa di prostituzione perché, avendo appena perso il marito, non può dimostrare la paternità del figlio che porta in grembo. O Halajan, che a quasi sessant’anni ricorda ancora il sapore della libertà, conosciuta nell’Afghanistan pre-talebani, e si concede piccoli gesti di ribellione privata fumando di nascosto, celando sotto il burqa un cortissimo taglio di capelli e le lettere d’amore che le scrive Rashif, il sarto. Lei non sa nemmeno leggerle, ma guai se arrivassero agli occhi di suo figlio Ahmet: così conservatore, nonostante i suoi vent’anni, da avere il cuore molto più vecchio del loro.Nell’intimità del caffè, donne tanto diverse finiranno per confidarsi e proteggere i rispettivi segreti da un mondo ancora dominato da leggi arcaiche, dove gli attentati si moltiplicano giorno dopo giorno e i talebani stanno riprendendo piede. Quando sarà la loro stessa vita a essere minacciata, si scopriranno unite da un legame più forte di qualsiasi odio o barriera culturale. E in quel paese in cui la guerra non riesce a riportare la pace, la loro amicizia si rivelerà l’arma più forte
Titolo originale: Inizialmente è stato pubblicato come A Cup of Friendship (Questo titolo rimane per la versione in inglese americano) ora il titolo in inglese è Little Coffee Shop of Kabul 
Note sull'autrice Deborah Rodriguez
Nata nel Michigan, ha intrapreso la professione di parrucchiera alla fine degli anni Settanta. Nel 2002, poco dopo la caduta del regime talebano, è partita per l’Afghanistan come volontaria per una piccola organizzazione umanitaria (Care for All Foundation). Lì, ha dato vita alla Kabul Beauty School: una scuola per estetiste fondata con l’intento di offrire alle donne afgane un lavoro e un’opportunità di indipendenza economica. Ha raccontato quest’esperienza nel libro [url=http://it.wikipedia.org/wiki/La_parrucchiera_di_Kabul]La parrucchiera di Kabul [/url](Piemme, 2008), diventato un bestseller internazionale, pubblicato in oltre trenta paesi.Ora vive in Messico

Il primo capitolo in italiano e in inglese
http://api.edizpiemme.it/storage/village/2011/10/03/566-1684.pdf


http://www.scribd.com/doc/39401797/A-CUP-OF-FRIENDSHIP-by-Deborah-Rodriguez-author-of-Kabul-Beauty-School-excerpt

Questo è il risvolto di copertina del romanzo che sto leggendo in questi giorni, sono arrivata a metà libro, è un bel libro scritto in modo scorrevole. Come tutti i libri che raccontano storie di donne che vivono in paesi dove il mondo femminile non ha diritti e le donne sono mantenute nell'ignoranza quasi completa, c'è molto da riflettere, questo libro, racconta della paura che ha la maggioranza della popolazione sia maschile che femminile

non ama il regime violento dei talebani e ne subisce leggi e soprusi solamente perchè costretti dalla violenza e dalle armi, punta il dito sul fatto che il regime talebano vive tramite gli introiti della vendita dell'oppio, punta il dito sul fatto che le donne incinte a cui muore il proprio marito se non possono dimostrare che il figlio è suo rischiano di essere condannate per prostituzione. Punta il dito sul fatto che donne e bambini che lavorano nei campi di oppio, vengono drogati e resi dolcili e inoffensivi... Per ora è quello che ho capito fino ora,

P.S ho finito di leggerlo stanotte :-) è un romanzo d'amore in cui si racconta di come vivono le donne afghane e delle profonde ingiustizie che debbono sopportare, di come

stanno nascendo delle associazioni di donne Come la famosa RAWA Associazione Rivoluzionaria delle Donne dell’Afghanistanhttp://pz.rawa.org/it/index.htm.

Un personaggio del libro però non è affatto inventato nel libro un amica di Sunny per aiutarla a raddrizzare le sorti del suo bar invita Malalai Joya una parlamentare afghana che ha pubblicamente denunciato la presenza in parlamento di persone da lei definite "signori e criminali di guerra". Nell'Afghanistan vigono leggi tribali, leggi per cui se un membro della famiglia viene in qualche modo disonorato, anche la famiglia viene disonorata, a volte queste dispute possono finire con bagni di sangue. Il codice d'onore dei I Pashtun l'etnia predominante in Afghanistan e l'etnia predominante tra i talebani è chiamato Pashtunwali ed è una legge non scritta, una specie di codice di vita. I Talebani hanno di fatto radicalizzato il codice pashtun. Per capire il perchè le donne vengono maltrattate bisogna approfondire la conoscenza delle leggi tribali afghane e in particolare del Pashtunwali

Non è un libro pesante, è molto scorrevole e si legge bene, nonostante parli di tragedie, parla anche di speranze, la speranza nella ribellione delle donne a questo regime predomiante di sottomissione, la speranza che le nuove generazioni

inizino a capire che i dettami del regime talebano, non hanno nulla a che vedere con la legge islamica, ma è un interpretazione errata perchè basata su leggi tribali. In particolare il pashtunwali, un codice comportamentale di una legge non scritta, del etnia pasthun, che è l'etnia predominante tra i talebani. Avevo scritto lo scorso anno una poesia dedicata alle donne afghane, intitolata Landay. I Landay sono canti o poesie scritte dalle donne pasthun che sono quelle che hanno meno voce in capitolo tra le etnie afghane, sono anche le autrici delle poesie o dei canti detti Landay


Ecco la mia poesia per loro


Landay

Il grido della malasorte
d'essere donna in un popolo
acerbo ed ottuso
fermato solo dal suicidio
o punito con la morte
che si inerpica tra i monti
vola sopra i deserti
e si insinua abbrancandosi
nel profondo dei cuori increduli

Ma è anche il canto ribelle
di chi rischia sulla sua pelle
e protesta il suo dissenso.
Sebbene solo un soffio
sulle labbra del vento
un lamento nell'odissea
dei diritti negati
dell'universo femminile
tra guerra e pianto.


A differenza della "Parrucchiera di Kabul" Essere amiche a Kabul è un romanzo che non si basa sulla realtà,
anche se rappresenta un altro tassello della vita delle donne in Afghanistan. Anche se Deborah Rodriguez ha avuto un davvero un Caffè "Kabul Cofee House" sicuramente ha preferito raccontare la sua esperienza attraverso un romanzo che attraverso storie con nomi e fatti reali, per non mettere a rischio la vita delle persone che le sono state fianco a fianco.  






Il principe della nebbia Carlos Ruiz Zafón






Corre l’anno 1943; nella casa in cui si è trasferita la famiglia Carver per sfuggire alla guerra, in un piccolo paesino sulle sponde dell’Atlantico, è avvenuta la morte accidentale dei precedenti inquilini. Accidentale? Il figlio dei Carver, Max, avverte una presenza minacciosa: le sue ricerche lo porteranno sino al “Principe della nebbia”, figura diabolica e ipnotica: ora sinistro pagliaccio, ora serpente marino, ora impalpabile figura di nebbia che aleggia nei vicoli oscuri del paese.


domenica 9 ottobre 2011

Julie & Julia

Ho appena finito di guardare il film Julie & Julia non sapevo che parlasse di fatti reali, come sono solita fare, mi sono documentata e ho scoperto che:
Julie Powell (Austin, 1973) è una scrittrice statunitense. È conosciuta per essere l'autrice del libro Julie & Julia: 365 Days, 524 Recipes, 1 Tiny Apartment Kitchen, da cui Nora Ephron ha tratto l'omonimo film Julie & Julia con Meryl Streep, Amy Adams, Stanley Tucci e Chris Messina.
Julie & Julia. 365 giorni, 524 ricette, una piccola cucina di Julie Powell
Nell'agosto 2002, quando lavorava alla Lower Manhattan Development Corporation, Powell mise mano al The Julie/Julia Project, un web log in cui registrava cronologicamente il tentativo di portare a compimento tutte le ricette del libro di cucina di Julia Child Mastering the Art of French Cooking. In breve tempo il blog ha acquisito notorietà facendo registrare un grande seguito in termini di lettori. Powell a quel punto ha avuto un contratto con la Little, Brown and Company per scrivere un libro, Julie and Julia: 365 Days, 524 Recipes, 1 Tiny Apartment Kitchen, che è stato pubblicato nel 2005. La versione tascabile del volume è stata intitolata diversamente: Julie and Julia: My Year of Cooking Dangerously.
 Purtroppo del  blog che lei scrisse non c'è traccia questo avrebbe dovuto essere l'indirizzo del suo blog http://open.salon.com/0001399/2002/08/25.html
tuttavia dal 2005 lei  ha iniziato a scriverne un altro.. http://juliepowell.blogspot.com


Anche Julia Child è un personaggio vissuto realmente

Julia Child, da nubile: Julia Carolyn McWilliams (Pasadena, 15 agosto 1912 – Santa Barbara, 13 agosto 2004), è stata una cuoca, scrittrice e personaggio televisivo statunitense.
Autrice di libri di cucina, ha pubblicato nel 1961 assieme a due colleghe gourmand francesi il suo ricettario più conosciuto, Mastering the Art of French Cooking, scritto sulla base della sua esperienza di vita a Parigi dove abitò seguendo il marito, Paul Child, funzionario di un ente governativo statunitense. È stata insignita della Presidential Medal of Freedom.
Il suo biografo, Noël Riley Fitch, l'ha definita «una pioniera del piacere in un paese puritano»
Pratica e razionale, per suo conto amava sostenere che:
(EN)
« The only time to eat diet food is while you're waiting for the steak to cook »
(IT)
« Il solo momento buono per consumare cibi dietetici è mentre si aspetta che la bistecca sia cotta. »

mercoledì 5 ottobre 2011

Etnie del Kenya

Etnie del Kenya

Il Kenya conta oltre quaranta gruppi etnici che si dividono in tribù: i Kikuyu sono la popolazione più numerosa (oltre 7 milioni), mentre gli El-Molo sono poche centinaia. Arrivarono tutti intorno all'anno 1000 da altre zone africane. Linguisticamente gli indigeni sono classificabili in tre gruppi linguistici: bantu, nilotico e cuscitico.

  • I cusciti del gruppo Cam occupano zone desertiche, sono il 3% ma si disperdono nel 40 % del territorio: Borana, Burji, Dassenic(h), El-Molo, Gabbra, Galla, Oruma, Rendille, Sakuye, Somàli.
  • Popoli nilotici dell'altopiano (Turkana), di lingua kalenjin (Pokot, Kipsigi, Nandi ...) e di lingua Maa (i famosissimi Maasai, Samburu, inoltre El Chamus, Njemps)
  • Popoli Bantu della costa (Bajun che parlano swahili, Pokomo, Mijikenda o Wanyka...)
  • Popoli Bantu lacustri (zona Vittoria): Aba-gusii (famosi per i lavori in saponaria), Aba-kuria, Aba-luhya, Aba-suba
  • Popoli Bantu dell'altopiano: i WaKikuyu (v. oltre), WaKamba ecc.; i Meru (Mt. Kenya nordorientale)..



Le religioni monoteistiche abramitiche (ebraismo, ma qui alludiamo soprattutto al cristianesimo ed islamismo) hanno avuto un attecchimento agevolato tra Kenya e Tanzania in quanto la la mitologia di molte etnie, pur disperdendosi nell'animismo sempre ubiquitario in Africa, prevedeva un dio unico: MOGAI il dio dei Kikuyu, NGAI (Enkay, Nkai) dei Maasai e dei Samburu.


  • Tra i Kikuyu il mito si articola a partenza da Mogai, il grande "separatore", il quale separò la terra dalle acque, la foresta dalla savana, la pianura dalle alture, il monte dal deserto; sentendo che mancava qualcuno al suo creato, "trovò nel suo cuore" Kikuyu, uomo buono e giusto, lo portò sul Kere-Nyaga (ora Monte Kenya) ove abita il dio stesso e gli indicò la terra migliore, con l'acqua, Mokorwewa Gathanga, affidandogliela. Indi Mogai gli trovò una donna, Mumbi, da cui Kikuyu ebbe nove figlie, fondatrici dei nove clan dei Kikuyu (da Acira i Wacira, da Agaciko i Wagaciko ecc.). La mitologia kikuyu passa dallo strapotere delle donne (matriarcato poliandrico) al patriarcato: comunque sottolinea nella narrrazione l'importanza delle donne (i clan portano ancora il nome delle "fondatrici"), l'importanza degli anziani ma anche l'importanza della alternanza delle generazioni. Quando la popolazione di agricoltori crebbe troppo i Kikuyu si divisero in Wakikuyu (che gravitano intorno al monte Kenya) e i Wameru, (a est), i Wakamba (alto Tana river), i Wambeere ecc. In realtà i Kikuyu rappresentano il 20 % della popolazione keniota e l'etnia che culturalmente e politicamente ha promosso la indipendenza del Paese.


  • I Meru, cui appartengono anche i Tharaka, (Bernardi B., 1959,1971,1983), rappresentano il 5% della popolazione tribale con otto sottogruppi e la loro società governata da un consiglio di anziani eletti rappresenta uno dei pochi esempi di "democrazia" dell'Africa precoloniale. La loro complessa mitologia richiama fortemente la storia della fuga degli Ebrei dall'Egitto sotto Mosé (non la storia di Cristo come ho letto sulla guida Mondadori "Kenya"!). La storia della migrazione dei Proto-Meru (Fadiman, 1973, 1982) da Mbwa è unica nella cultura Bantu: resi schiavi da "tiranni" (gli schiavisti della costa di ogni tempo?), sotto la guida di un condottiero-liberatore (il primo Mugwe di cui parlano gli anziani), si liberano attraversando l' "acqua rossa" (eria tune: come non associare il Mar Rosso?). Certamente si tratta di contaminazioni culturali innestate su di un tessuto più aborigeno. A noi non fa meraviglia: certe contaminazioni bibliche potrebbero essere arrivate dalla costa stessa (cattolici portoghesi, islamici ecc.) ma c'è dell'altro. Fonti culturali bibliche vengono dall'Etiopia cristiana stessa e da quella minoranza di ebrei neri che Israele ha salvato con ponti aerei dall'Etiopia ove erano discriminati. Si tratta dei Falascia (anche falascià o falasha): un popolo di origine etiope e di religione ebraica. Sono noti anche col termine Beta Israel ( o Bēta 'Isrā'ēl in lingua ge'ez; ביתא ישראל in ebraico), che significa Casa (di) Israele, ed è da loro preferito vista l'accezione negativa che la parola Falasha ha assunto in amarico, e che significa "esiliato" o "straniero". Chissà. (achille miglionico)

venerdì 2 settembre 2011

Elefanti in giardino



Elefanti in giardino di Kuki Gallmann - Edito da  Mondadori  nel 2003
In questo libro l'autrice trascina con sé il lettore attraverso un lungo periodo di storia che passa dalle tragedie della guerra in Italia alle movimentate vicende personali e familiari. Il mondo scomparso della vita di campagna di una famiglia di donne, la nonna bellissima e un po' strega, la fuga notturna per non diventare ostaggi dei fascisti di Salò si fondono con le storie di Michael il marciatore, di Cheptosai l'amica della tribù dei Pokot e dei tanti altri personaggi indimenticabili dell'altopiano Laikipia. Il racconto si snoda attraverso paesaggi che evocano gli spazi senza confini di un'Africa magica.

Elefanti in giardino è un libro di memorie e ricordi, la rievocazione di colori e immagini, di spazi sconfinati e di lontananze esotiche, di sapori e atmosfere che hanno accompagnato - e spesso consolato - l'autrice nel corso della sua esistenza. In queste pagine Kuki Gallmann condivide con i lettori la storia delle sue movimentate vicende personali: dall'infanzia italiana al trasferimento in Kenya, alle tragedie che le hanno portato via il marito e il figlio, alla lotta per la difesa della natura grandiosa e selvaggia del suo ranch. Il mondo scomparso della campagna veneta si fonde così con la magia dell'Africa, mentre il racconto si snoda attraverso paesaggi e atmosfere mozzafiato, sulla spinta di una memoria libera di correre all'inseguimento di un colore, di un odore, del fruscio furtivo di un animale nella savana. Un libro che è l'omaggio di una donna all'Africa e alla libertà.

Festival della Letteratura 2011



Festivaletteratura 2011: gli eventi e gli autori giorno per giorno, ora per ora.

Scarica qui il programma della quindicesima edizione
in formato .pdf

> SCARICA IL PROGRAMMA 2011

> SCARICA LA MAPPA 2011




http://www.festivaletteratura.it/

Link


ISTITUZIONI E CULTURA
> Unesco    www.unesco.org
> Unione Europea – Attività in ambito culturale    http://europa.eu/pol/cult/
> Unione Europea – Programma “Gioventù in azione”     http://europa.eu/legislation_summaries/education_training_youth
> Ang – Agenzia Nazionale Giovani    www.agenziagiovani.it
> La Rete dei festival aperti ai Giovani    www.laretedeifestival.eu
> MiBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali    www.beniculturali.it
> Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani    www.anci.it
> Regione Lombardia – Direzione Generale Cultura    www.cultura.regione.lombardia.it
> Provincia di Mantova    www.provincia.mantova.it
> Comune di Mantova    www.cittadimantova.it
> Camera di Commercio di Mantova    www.mn.camcom.it
ISTITUTI INTERNAZIONALI
> Accademia d’Ungheria in Roma    www.magyarintezet.hu
> Accademia di Romania in Roma    www.accadromania.it
> Ambassade de France en Italie – Service culturel BCLA    www.ambafrance-it.org
> Ambasciata di Grecia in Italia    www.ambasciatagreca.it
> Centro Culturale Svizzero di Milano    www.centrosvizzero.com
> Consolato Generale degli Stati Uniti d’America – Milano    milan.usconsulate.gov
> Embajada de Chile en Italia    chileabroad.gov.cl
> Flemish Literature Fund    buitenland.vfl.be
> Goethe-Institut-Italien    www.goethe.de
> Ireland Literature Exchange    www.irelandliterature.com
> Instituto Camões – Portugal    www.instituto-camoes.pt
> Instituto Cervantes – Milán    milan.cervantes.es
> Istituto Culturale Ceco di Milano    www.czechcentres.cz
> Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia    www.icr.ro
> Istituto Svizzero di Roma    www.istitutosvizzero.it
> Kingdom of the Netherlands    www.netherlands-embassy.org.uk
> Le Centre culturel français de Milan     milan.france-italia.org
> Norla – Norwegian Literature Abroad    www.norla.no
> Swedish Arts Coucil    www.kulturradet.se
> Wales Literature Exchange    www.walesliterature.org
FESTIVAL LETTERARI IN ITALIA
Letterature – Festival internazionale di Roma    www.festivaldelleletterature.it
Courmayeur Noir in Festival    www.noirfest.com
Internazionale a Ferrara    www.internazionale.it/festival/
BilBOlbul – Festival internazionale di fumetto    www.bilbolbul.net
Pordenonelegge – Festa del libro con gli autori    www.pordenonelegge.it
Piccolofestival Letteratura –Il Festival di Palomar a Bassano Del Grappa    www.piccolofestival.it
Il Festival della Scienza – Genova    www.festivalscienza.it
Festivalfilosofia – Modena-Carpi-Sassuolo    www.festivalfilosofia.it
Festival Economia – Trento    2011.festivaleconomia.eu
L’isola delle storie – Festival letterario della Sardegna – Gavoi    www.isoladellestorie.it
Artelibro – Festival del libro d’arte – Bologna    www.artelibro.it
Lago Maggiore LetterAltura    www.letteraltura.it
Festival della Mente – Sarzana    www.festivaldellamente.it
FESTIVAL LETTERARI EUROPEI
 > The Guardian Hay Festival    www.hayfestival.com
> Literature Festival Berlin    www.literaturfestival.com
> Poetry International Rotterdam    www.poetry.nl
> The Brisbane Writers Festival    www.brisbanewritersfestival.com.au
> Edinburgh International Book Festival    www.edbookfest.co.uk
> Dublin Writers Festival    www.dublinwritersfestival.com
> Semana Negra de Gijon    www.semananegra.org
> Le Marathon de Mots – Toulouse    www.lemarathondesmots.com
> Etonnants Voyageurs    www.etonnants-voyageurs.net
> Imaginales – Le Festival des mondes imaginaires    www.imaginales.fr
> Sprachsalz    www.sprachsalz.com
  FESTIVAL LETTERARI INTERNAZIONALI
> The Los Angeles Times Festival of Books    events.latimes.com/festivalofbooks
> New York Book Festival    newyorkbookfest.brinkster.net/portal
> New Yorker Festival    www.newyorker.com/online/blogs/festival
> Pen World Voices Festival    www.pen.org
> Jaipur Literature Festival    jaipurliteraturefestival.org
> FLIP – Festa Literária Internacional de Paraty     www.flip.org.br
SITI SU MANTOVA
> mantova.com – Il portale di Mantova    www.mantova.com
> Mantova e dintorni    www.mantovaedintorni.com
OSPITALITÀ A MANTOVA
> Turismo a Mantova    www.turismo.mantova.it
> I ristoranti a Mantova    www.ristorantimantova.com
> Mantova bed & breakfast    www.mantovabedandbreakfast.it
ASSOCIAZIONI ED ISTITUZIONI CULTURALI
> Accademia Nazionale Virgiliana    www.accademiavirgiliana.it
> Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani    www.palazzote.it
> Archivio di Stato di Mantova     www.archivi.beniculturali.it/ASMN
> Biblioteca Mediateca “G. Baratta”    www.bibliotecabaratta.it
> Biblioteca Teresiana    www.bibliotecateresiana.it
> Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te    www.centropalazzote.it
> Diocesi di Mantova    www.diocesidimantova.it
> Fondazione Mantova Capitale Europea dello Spettacolo    www.capitalespettacolo.it
> Fondazione Università di Mantova    www.unimn.it/fum
> Il Cinema del Carbone    www.ilcinemadelcarbone.it
> Museo di Palazzo Ducale e Castello di San Giorgio    www.mantovaducale.beniculturali.it
> Orchestra da Camera di Mantova    www.ocmantova.com
> Provincia di Mantova – Biblioteche in Rete    www.biblioteche.mn.it
> Teatro Sociale di Mantova    www.teatrosocialemantova.it
> Teatro all’improvviso    www.teatroallimprovviso.it
APPUNTAMENTI
> Festival Teatro Arlecchino d’Oro    www.teatrofestival.org
> Mantova Film Fest    www.mantovafilmfestival.com