domenica 18 dicembre 2011

ESSERE AMICHE A KABUL di Deborah Rodriguez


ESSERE AMICHE A KABUL
di Deborah Rodriguez


A volte, è dai più grandi insuccessi che nascono imprese straordinarie. Lo sa bene Sunny, che ha lasciato gli Stati Uniti, dove si sentiva una fallita, per ritrovare se stessa in Afghanistan. Adesso, il caffè che gestisce a Kabul ha il sapore di casa per chi è lontano dalla propria famiglia: perché ha scelto una missione altruista o pericolosa, o perché è dovuto fuggire da un destino tragico. E così, nel caffè s’intrecciano le storie più disparate: quelle di donne occidentali finite laggiù per lavoro o, come Sunny, in cerca di una nuova vita, e quelle di donne afgane che invece non possono decidere da sole né dove né in che modo vivere.Come la giovane Yasmina, cui Sunny ha offerto un tetto e un mestiere dopo averla raccolta dalla strada, e che rischia un’accusa di prostituzione perché, avendo appena perso il marito, non può dimostrare la paternità del figlio che porta in grembo. O Halajan, che a quasi sessant’anni ricorda ancora il sapore della libertà, conosciuta nell’Afghanistan pre-talebani, e si concede piccoli gesti di ribellione privata fumando di nascosto, celando sotto il burqa un cortissimo taglio di capelli e le lettere d’amore che le scrive Rashif, il sarto. Lei non sa nemmeno leggerle, ma guai se arrivassero agli occhi di suo figlio Ahmet: così conservatore, nonostante i suoi vent’anni, da avere il cuore molto più vecchio del loro.Nell’intimità del caffè, donne tanto diverse finiranno per confidarsi e proteggere i rispettivi segreti da un mondo ancora dominato da leggi arcaiche, dove gli attentati si moltiplicano giorno dopo giorno e i talebani stanno riprendendo piede. Quando sarà la loro stessa vita a essere minacciata, si scopriranno unite da un legame più forte di qualsiasi odio o barriera culturale. E in quel paese in cui la guerra non riesce a riportare la pace, la loro amicizia si rivelerà l’arma più forte
Titolo originale: Inizialmente è stato pubblicato come A Cup of Friendship (Questo titolo rimane per la versione in inglese americano) ora il titolo in inglese è Little Coffee Shop of Kabul 
Note sull'autrice Deborah Rodriguez
Nata nel Michigan, ha intrapreso la professione di parrucchiera alla fine degli anni Settanta. Nel 2002, poco dopo la caduta del regime talebano, è partita per l’Afghanistan come volontaria per una piccola organizzazione umanitaria (Care for All Foundation). Lì, ha dato vita alla Kabul Beauty School: una scuola per estetiste fondata con l’intento di offrire alle donne afgane un lavoro e un’opportunità di indipendenza economica. Ha raccontato quest’esperienza nel libro [url=http://it.wikipedia.org/wiki/La_parrucchiera_di_Kabul]La parrucchiera di Kabul [/url](Piemme, 2008), diventato un bestseller internazionale, pubblicato in oltre trenta paesi.Ora vive in Messico

Il primo capitolo in italiano e in inglese
http://api.edizpiemme.it/storage/village/2011/10/03/566-1684.pdf


http://www.scribd.com/doc/39401797/A-CUP-OF-FRIENDSHIP-by-Deborah-Rodriguez-author-of-Kabul-Beauty-School-excerpt

Questo è il risvolto di copertina del romanzo che sto leggendo in questi giorni, sono arrivata a metà libro, è un bel libro scritto in modo scorrevole. Come tutti i libri che raccontano storie di donne che vivono in paesi dove il mondo femminile non ha diritti e le donne sono mantenute nell'ignoranza quasi completa, c'è molto da riflettere, questo libro, racconta della paura che ha la maggioranza della popolazione sia maschile che femminile

non ama il regime violento dei talebani e ne subisce leggi e soprusi solamente perchè costretti dalla violenza e dalle armi, punta il dito sul fatto che il regime talebano vive tramite gli introiti della vendita dell'oppio, punta il dito sul fatto che le donne incinte a cui muore il proprio marito se non possono dimostrare che il figlio è suo rischiano di essere condannate per prostituzione. Punta il dito sul fatto che donne e bambini che lavorano nei campi di oppio, vengono drogati e resi dolcili e inoffensivi... Per ora è quello che ho capito fino ora,

P.S ho finito di leggerlo stanotte :-) è un romanzo d'amore in cui si racconta di come vivono le donne afghane e delle profonde ingiustizie che debbono sopportare, di come

stanno nascendo delle associazioni di donne Come la famosa RAWA Associazione Rivoluzionaria delle Donne dell’Afghanistanhttp://pz.rawa.org/it/index.htm.

Un personaggio del libro però non è affatto inventato nel libro un amica di Sunny per aiutarla a raddrizzare le sorti del suo bar invita Malalai Joya una parlamentare afghana che ha pubblicamente denunciato la presenza in parlamento di persone da lei definite "signori e criminali di guerra". Nell'Afghanistan vigono leggi tribali, leggi per cui se un membro della famiglia viene in qualche modo disonorato, anche la famiglia viene disonorata, a volte queste dispute possono finire con bagni di sangue. Il codice d'onore dei I Pashtun l'etnia predominante in Afghanistan e l'etnia predominante tra i talebani è chiamato Pashtunwali ed è una legge non scritta, una specie di codice di vita. I Talebani hanno di fatto radicalizzato il codice pashtun. Per capire il perchè le donne vengono maltrattate bisogna approfondire la conoscenza delle leggi tribali afghane e in particolare del Pashtunwali

Non è un libro pesante, è molto scorrevole e si legge bene, nonostante parli di tragedie, parla anche di speranze, la speranza nella ribellione delle donne a questo regime predomiante di sottomissione, la speranza che le nuove generazioni

inizino a capire che i dettami del regime talebano, non hanno nulla a che vedere con la legge islamica, ma è un interpretazione errata perchè basata su leggi tribali. In particolare il pashtunwali, un codice comportamentale di una legge non scritta, del etnia pasthun, che è l'etnia predominante tra i talebani. Avevo scritto lo scorso anno una poesia dedicata alle donne afghane, intitolata Landay. I Landay sono canti o poesie scritte dalle donne pasthun che sono quelle che hanno meno voce in capitolo tra le etnie afghane, sono anche le autrici delle poesie o dei canti detti Landay


Ecco la mia poesia per loro


Landay

Il grido della malasorte
d'essere donna in un popolo
acerbo ed ottuso
fermato solo dal suicidio
o punito con la morte
che si inerpica tra i monti
vola sopra i deserti
e si insinua abbrancandosi
nel profondo dei cuori increduli

Ma è anche il canto ribelle
di chi rischia sulla sua pelle
e protesta il suo dissenso.
Sebbene solo un soffio
sulle labbra del vento
un lamento nell'odissea
dei diritti negati
dell'universo femminile
tra guerra e pianto.


A differenza della "Parrucchiera di Kabul" Essere amiche a Kabul è un romanzo che non si basa sulla realtà,
anche se rappresenta un altro tassello della vita delle donne in Afghanistan. Anche se Deborah Rodriguez ha avuto un davvero un Caffè "Kabul Cofee House" sicuramente ha preferito raccontare la sua esperienza attraverso un romanzo che attraverso storie con nomi e fatti reali, per non mettere a rischio la vita delle persone che le sono state fianco a fianco.  




1 commento:

  1. Che bel blog... Finalmente ne ho trovato uno di libri!!!!!!! Visistate anche il mio:
    chelibrilegg.blogspot.it

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