La fine delle buone maniere Di Francesca Marciano
Maria, una donna apparentemente fragile, preferisce fotografare cibi anziché persone. Suo malgrado, un'agenzia internazionale la sceglie per testimoniare le storie di donne afgane che tentano di sottrarsi ai matrimoni combinati dai loro padri-padroni. Partirà al fianco dell'inviata di guerra inglese di origine sudamericana Imo Glass, più smaliziata ed estroversa. Prima della partenza le due donne sono tenute a seguire un corso di addestramento in Inghilterra per imparare a sopportare e reagire alle difficili situazioni in cui potrebbero restare coinvolte, ma appena arrivate a destinazione - un villaggio in un'area tribale pashtun - si renderanno subito conto che tutto quello che pensavano di sapere non serve a nulla in Afghanistan, un posto senza speranza. Per 180 dollari al giorno, un giornalista locale eclettico e gentile farà loro da interprete, le introdurrà nel mondo afgano con tutte le sue violenze e contrasti, mentre le due frequentano gli occidentali presenti a Kabul (militari, mercenari, bodyguard e uomini d'affari). Sperimenteranno così non solo gli aspetti più retrivi di una cultura remota, ma anche la violenza e la durezza insite nel rapporto uomo-donna in Occidente.
Un finale a sorpresa, cruento e tenero come tutte le storie vere, ribalterà ogni cosa nel suo contrario e lo scatto tanto desiderato, rubato per caso al destino, servirà solo a un uomo che ha perduto la donna che amava.
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