lunedì 21 giugno 2010

Essere e avere

Essere e avere

Il professor Grammaticus, viaggiando in treno, ascoltava la conversazione dei suoi compagni di scompartimento. Erano operai meridionali, emigrati all'estero in cerca di lavoro: erano tornati in Italia per le elezioni, poi avevano ripreso la strada del loro esilio.
- Io ho andato in Germania nel 1958, - diceva uno di loro.
- Io ho andato prima in Belgio, nelle miniere di carbone. Ma era una vita troppo dura.
Per un poco il professor Grammaticus li stette ad ascoltare in silenzio. A guardarlo bene, però, pareva una pentola in ebollizione. Finalmente il coperchio saltò, e il professor Grammaticus esclamò, guardando severamente i suoi compagni:
- Ho andato! Ho andato! Ecco di nuovo il benedetto vizio di tanti italiani del Sud di usare il verbo avere al posto del verbo essere. Non vi hanno insegnato a scuola che si dice: "sono andato"?
Gli emigranti tacquero, pieni di rispetto per quel signore tanto perbene, con i capelli bianchi che gli uscivano di sotto il cappello nero.
- Il verbo andare, - continuò il professor Grammaticus, - è un verbo intransitivo, e come tale vuole l'ausiliare essere.
Gli emigranti sospirarono. Poi uno di loro tossì per farsi coraggio e disse:
- Sarà come lei dice, signore. Lei deve aver studiato molto. Io ho fatto la seconda elementare, ma già allora dovevo guardare più alle pecore che ai libri. Il verbo andare sarà anche quella cosa che dice lei.
- Un verbo intransitivo.
- Ecco, sarà un verbo intransitivo, una cosa importantissima, non discuto. Ma a me sembra un verbo triste, molto triste. Andare a cercar lavoro in casa d'altri... Lasciare la famiglia, i bambini.
Il professor Grammaticus cominciò a balbettare.
- Certo... Veramente... Insomma, però... Comunque si dice sono andato, non ho andato. Ci vuole il verbo "essere": io sono, tu sei, egli è...
Eh, - disse l'emigrante, sorridendo con gentilezza, - io sono, noi siamo!... Lo sa dove siamo noi, con tutto il verbo essere e con tutto il cuore? Siamo sempre al paese, anche se abbiamo andato in Germania e in Francia. Siamo sempre là, è là che vorremmo restare, e avere belle fabbriche per lavorare, e belle case per abitare.
E guardava il professor Grammaticus con i suoi occhi buoni e puliti. E il professor Grammaticus aveva una gran voglia di darsi dei pugni in testa. E intanto borbottava tra sé: - Stupido! Stupido che non sono altro. Vado a cercare gli errori nei verbi... Ma gli errori più grossi sono nelle cose!

Gianni Rodari

L'argomento errori è uno degli argomenti complessi perchè diversi sono i punti di vista

Per alcune persone errore equivale ad orrore specie quelli di grammatica

Per altre persone sono semplicemente cose che possono capitare ma e sta all'intelligenza di ognuno riuscire a vedere oltre e senza soffermarsi sulla parola, sulla nota sbagliata sulla pennellata di colore che non ci sta e riuscire a comprendere il significato di quello che si sente o vede oltre all'errore in se.

Probabilmente il giusto punto di vista sta come spesso capita esattamente a metà, giusto cercare di fare meno errori possibili , per cercare di farsi comprendere a pieno, giusto anche riuscire ad avere quel tanto di elasticità mentale e apertura mentale che basta che permetta di vedere oltre



tra le varie patologie tipo ipercinesia, dislessia ecc c'è ne una che si chiama disortografia chi ne è affetto spesso fa sempre gli stessi errori involontariamente, è vero che questa è un eccezione

ma se dobbiamo basare la nostra vita sui proverbi non dobbiamo dimenticare che spesso per un proverbio ne esiste uno che dice l'esatto contrario.

faccio un esempio pure essendo una di quelle persone che non ama chi scrive usando le abbreviazioni da sms o da chat non amo particolarmente i ki ke xke , non giudico chi li usa mi sono sempre sforzata di cercare di comprendere come si trattasse di un altra lingua a prescindere dal fatto che a me facciano un effetto strano, che mi diano la sensazione di una nota stonata in una canzone, non toglie che io debba mettere in secondo piano il significato di quello che viene scritto , in primo piano il significato in secondo il linguaggio che a me sembra strano che alla fine è un problema mio e non di chi cerca di comunicare con me.
Diciamo che per aiutare la mia tolleranza a crescere cerco di ricordarmi che
ci sono manoscritti della Bibbia che sono scritti senza vocali, un po come nel linguaggio degli sms di ora

quello che è sbagliato per una persona può essere giusto per un altra con tutte le variabili possibili visto che nella vita non esiste solo il bianco ed il nero . e poi senza considerare che in epoche diverse una qualsiasi cosa che noi pensiamo giusta può essere stata vista come sbagliata e viceversa.

Ma esistono secondo voi valori universali

L'amore può essere uno di questi?

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