giovedì 25 febbraio 2010

Giuseppe Levi (padre di Natalia)



Giuseppe Levi (padre di Natalia)
Giuseppe Levi (Trieste, 14 ottobre 1872 – Torino, 1965) è stato uno scienziato, medico e anatomista italiano.
Giuseppe Levi nacque in una famiglia di banchieri ebrei, da Michele e Antonia Parente.
La formazione 
Alla morte del padre l'intera famiglia si trasferì a Firenze ove egli ebbe modo di frequentare la Facoltà di Medicina, presso la quale fu allievo di Alessandro Lustig, microbiologo di origine triestina, direttore dell'Istituto di Patologia generale.
Laureatosi nel 1895, iniziò a dedicarsi ad attività di ricerca presso il locale Istituto di Anatomia umana diretto da Giulio Chiarugi, focalizzando la propria attenzione sull'istologia dei tessuti nervosi. In questo filone di ricerca, che l'avrebbe impegnato per tutta la vita professionale, si contraddistinse per la sistematica applicazione, pionieristica per quei tempi, di tecniche di coltura in vitro.
La carriera accademica e scientifica 
Ottenuta nel 1902 la libera docenza, ricevette un incarico presso la Stazione Zoologica di Napoli.
Vincitore di cattedra, si stabilì a Sassari nel 1910, per approdare nel 1914 a Palermo dove rimase per cinque anni. Nella parentesi palermitana, scoppiata la Prima guerra mondiale, si arruolò come ufficiale medico volontario in Cadore. Nel 1919 si trasferì a Torino, per assumere la direzione dell'Istituto di Anatomia Umana che, sotto la sua guida, raggiunse livelli scientifici di rilievo internazionale, riuscendovi ad attrarre finanziamenti da parte della Fondazione Rockefeller e indirizzando numerosi allievi verso l'attività di ricerca. È da rimarcare come per l'Istituto da lui diretto siano passati, fra l'altro, tre studenti che sarebbero stati insigniti del Premio Nobel: Salvador E. Luria, Rita Levi-Montalcini e Renato Dulbecco.
L'antifascismo, le leggi razziali e la fuga all'estero 
Negli stessi anni non nascose le proprie posizioni di dissenso al fascismo, manifestando simpatie e coltivando frequentazioni con personalità di opposizione politica al regime, tra cui Filippo Turati e Anna Kuliscioff.
Una serie di arresti toccarono la sua famiglia e il suo entourage tanto che egli stesso, nel 1938, subì una detenzione di alcune settimane.
A seguito dell'applicazione delle Leggi Razziali, fu privato della cattedra e radiato dalle società accademiche italiane di appartenenza. Riparato all'estero, proseguì per due anni l'attività di ricerca presso l'Università di Liegi, fino a quando l'invasione tedesca del Belgio non lo spinse a rimpatriare.
Il ritorno in Italia 
Ritornato in Italia, attese ancora a ricerche sperimentali utilizzando l'improvvisato e semi-clandestino laboratorio casalingo allestito dalla sua allieva Rita Levi-Montalcini.
Nel 1945, dopo la liberazione, venne reintegrato nell'insegnamento e nelle società accademiche di appartenenza.
Nel 1947 il Consiglio Nazionale delle Ricerche gli affidò la direzione del ‘‘Centro di Studio sull'accrescimento e sulla senescenza degli organismi.
Ammalatosi di cancro allo stomaco, morì a Torino nel 1965.
Onorificenze 

Fu socio dell'Accademia dei Lincei e dell'Accademia nazionale delle scienze (detta Accademia dei XL) oltre che di numerose altre Istituzioni culturali e scientifiche nazionali ed estere.
Curiosità 

Sposato nel 1901 con Lidia Tanzi, di famiglia non ebrea, fu padre di cinque figli, Paola (prima moglie di Adriano Olivetti), Alberto, Mario, Gino e Natalia, scrittrice italiana meglio nota come Natalia Ginzburg. Sarà proprio lei a consegnarcene un indimenticabile ritratto privato, tratteggiato con quella levità di tocco e unicità di linguaggio che contraddistinguono il suo capolavoro, Lessico famigliare, edito nel 1963.
Ebbe, come allievo prima, amico e collaboratore poi, Tullio Terni che, epurato anche lui per motivi razziali, caduto il fascismo, fu al centro di un infelice caso di epurazione che lo condusse ad un polemico suicidio nel primo anniversario della Liberazione.

Nessun commento:

Posta un commento