martedì 23 febbraio 2010

Tullio Terni citato in Lessico famigliare

Tullio Terni (Livorno, 21 gennaio 1888 – Firenze, 25 aprile 1946) è stato un medico, anatomista e scienziato italiano.
Biografia
Si laureò in medicina all'Università di Firenze.
Ancora studente, frequentò l'Istituto di anatomia dell'ateneo fiorentino, diretto da Giulio Chiarugi, dove iniziò la sua attività di ricercatore, conoscendovi Giuseppe Levi, di cui diventò allievo, collaboratore ed amico.
Nel 1910 seguì Giuseppe Levi, come aiuto, all'Università di Sassari; in seguito, nel 1915, lo seguì all'Università di Palermo e, infine, nel 1919, all'Università di Torino.
Nel 1924, vinto il concorso, divenne professore di istologia nell'Università di Padova, a cui aggiunse poi, dal 1933, anche la cattedra di anatomia e la direzione dell'istituto di anatomia dell'ateneo padovano.
Illustre e geniale scienziato, creò a Padova, in pochi anni, un centro di ricerca biomedica di rilievo internazionale, che ebbe cospicui finanziamenti anche dalla Fondazione Rockefeller e nel quale si formarono numerosi studiosi che nel dopoguerra diventarono importanti cattedratici in molte università italiane di primo piano.
Personalità affascinante e sensibile, dotato di grande cultura, è stato uno dei morfologi italiani più importanti del ventesimo secolo.
Nel 1932 gli venne offerto di succedere a Giulio Chiarugi alla cattedra di anatomia dell'Università di Firenze, ma Terni, ormai integrato nell'ambiente scientifico patavino, rifiutò.
Tullio Terni è stato autore di ricerche sperimentali con contributi fondamentali e pionieristici in embriologia, citologia, genetica, neuroanatomia, neurobiologia, rigenerazione tissutale, anatomia comparata e teratologia, che negli ultimi anni hanno avuto una rivalutazione da parte della comunità scientifica internazionale.
Nota a livello internazionale è la colonna (o nucleo) di Terni (column of Terni o Terni column nella letteratura scientifica), costituita da un gruppo di neuroni pregangliari del midollo spinale; la struttura anatomica, identificata dallo scienziato nel 1923 è tuttora oggetto di studi.
Dal 1929 è stato membro del CNR.
È stato socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei dal 1932 e di numerose ed importanti altre accademie scientifiche italiane e straniere.
Nel 1938 fu allontanato dall'insegnamento universitario e dalle accademie scientifiche di cui era membro (Accademia Nazionale dei Lincei;Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti; Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti; Società Italiana di Neurologia di Bologna; Accademia di Medicina di Torino; Unione Zoologica Italiana di Napoli) in seguito alla promulgazione delle leggi razziali fasciste, perché considerato di origine ebraica secondo le norme razziali.
Tullio Terni, in gioventù, era stato un autentico patriota, tanto che nel 1916 aveva lasciato temporaneamente il mondo universitario e le amate ricerche per prestare servizio in zona di guerra sul Carso come capitano medico.
Alla fine della Grande guerra era stato insignito anche della Croce di guerra al merito.
Nel 1922, come la quasi totalità del mondo accademico italiano, aveva aderito al fascismo, senza tuttavia mai ricoprire cariche politiche o di altro genere.
Il 16 ottobre del 1938, in applicazione delle leggi razziali, venne allontanato dall'insegnamento universitario e dichiarato decaduto dall'Accademia dei Lincei. Il mondo accademico patavino ne assunse le difese e, in particolare, il prof. Carlo Anti, il Magnifico Rettore dell'ateneo, in via del tutto eccezionale, riuscì ad ottenere che il prof. Tullio Terni potesse continuare a frequentare l'Istituto di Anatomia fino ai primi mesi del 1940, per poter completare le importanti ricerche che aveva in corso.
Il 25 dicembre 1941 Tullio Terni si stabilì con la famiglia a Firenze e, in seguito, si nascose per anni nella campagna toscana per sfuggire alla persecuzione nazi-fascista.
Nel 1945, dopo la liberazione venne riammesso nella ricostituita Accademia dei Lincei.Ma il 4 gennaio 1946 è uno dei 36 epurati (insieme ad altri due insigni scienziati ebrei, i fisiologi Mario Camis e Carlo Foà) dalla commissione incaricata della ricostruzione dell'Accademia dei Lincei, di cui faceva parte anche Giuseppe Levi. La decisione, motivata con la sua adesione alfascismo e dal sostegno dato al regime, peraltro condiviso dal 99,9% dei professori universitari italiani e degli accademici dell'epoca, appare sostanzialmente ingiusta, un errore indotto dalle drammatiche tensioni di quel momento storico (Angelo Ventura).
Nell'appunto « manoscritto in margine alla commissione si legge su Tullio Terni - che venne radiato senza motivazione ufficiale scritta - "Fervente fascista, ha commesso atti di viltà allo scopo di conservare la tessera quando la legge razziale lo aveva radiato". In un altro appunto, "Fascista, condotta vile per aver chiesto l'arianità e per aver commesso atti umilianti..."».[1]
Terni, duramente provato dai lunghi anni di umiliazioni e sofferenze, oltre che malato per una grave forma di depressione, si suicidò con una capsula di cianuro il 25 aprile del 1946, primo anniversario della liberazione, poco prima del suo ritorno in cattedra all'Università di Padova, con un gesto la cui polemicità è probabilmente sottolineata anche dalla scelta del giorno.
Nel dopoguerra il "caso Terni" venne rapidamente lasciato cadere nell'oblio per essere riaperto solo in anni recenti per merito di Rita Levi-Montalcini.
Bisogna attendere il 2004 perché l'Accademia dei Lincei decida di dedicargli un convegno, operando una sorta di riabilitazione, seppur molto tardiva, che ne abbraccia il profilo scientifico ed umano, senza riammetterlo tra i soci.
Nessuna altra iniziativa si registra da parte della città, del mondo politico, della comunità ebraica e dell'Università di Padova, se non la formale commemorazione di rito (all'epoca usuale per gli accademici defunti) fattane dal prof. Luigi Bucciante nel 1947.
Nell'anfiteatro del vecchio Istituto di anatomia, dove il prof. Terni teneva le sue lezioni, ci sono due lapidi, ben visibili agli studenti, che ricordano l'insegnamento del predecessore prof. Dante Bertelli e del successore prof. Luigi Bucciante, buoni anatomici ma non certo della levatura scientifica di Tullio Terni.
Neppure un cenno all'importante opera scientifica dell'illustre Maestro Prof. Tullio Terni, il più grande morfologo che l'Università di Padova abbia avuto dai tempi di Giovanni Battista Morgagni e Leopoldo Marco Antonio Caldani.
È stato detto che la spiegazione di questo silenzio da parte della comunità universitaria di Padova sembra essere quella che Tullio Terni, in realtà, è stato «scientemente dimenticato» (Alfredo Margreth): un personaggio ed un caso probabilmente ancora troppo scomodi.

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